Autore:  C. Finazzi Falsetti Data documento:  25/02/1978
Titolo:  Importanti affermazioni su Ghiaie

 I FATTI DELLE GHIAIE DI BONATE nei ricordi della signora Carolina Finazzi Falsetti
(dall’archivio della scrittrice Ermegilda Poli – Testo integrale)

Roma, 25/02/1978. Pro-memoria sui fatti delle Ghiaie di Bonate 1944.

1) Bergamo – Luglio 1944. Fra i Tedeschi che in quel tempo avevano requisito la casa di mio padre (e si trattava di un importante Comando dell’Aviazione tedesca) c’era un seminarista, il quale dopo la guerra è stato ordinato sacerdote. (1)
Io lo tenevo aggiornato sui fatti delle Ghiaie ed egli mi disse che il fenomeno solare era stato notato anche in Germania, non ricordo esattamente in quale specola. Sentita la notizia dell’attentato a Hitler il 20 luglio 44, egli mi disse: Questa per noi è la fine della guerra: l’attentato significa che l’esercito è contro Hitler e contro il partito. In seguito, rientrato in Germania, mi scrisse chiedendomi notizie delle Ghiaie. (2)

2) Il trionfo delle Ghiaie mi è sempre stato a cuore. In principio scettica, tanto da non voler recarmi al luogo delle apparizioni (vi andai solo alla fine di maggio), ebbi modo, poco per volta (anche per quello che mi diceva allora un Sacerdote molto entusiasta, e poi passato all’opposizione) di entusiasmarmi. In seguito, nella chiesa parrocchiale di Ghiaie, dedicata alla Sacra Famiglia, ricevetti una grazia particolare riguardante la mia futura famiglia. Per questa grazia, segnalatissima, in viaggio di nozze a Fatima, chiesi alla Madonna, oltre le grazie per me, la grazia del suo trionfo alle Ghiaie. Sempre riconoscente alla madonna, una sera in cui a Roma ebbi a cena, a casa mia, mons. Giacomo Testa, tanto caro a Papa Giovanni XXIII, ne approfittai per caldeggiare la causa delle Ghiaie, chiedendogli espressamente di parlare al Papa. La risposta fu molto consolante: E se le dicessi che il giorno di S. Pietro e Paolo il Papa mi ha parlato a lungo della causa delle Ghiaie?» Il che significava apertamente che anche al Papa stava a cuore tale causa. (Credo che l’invito a cena sia avvenuto pochi giorni dopo la festa di S. Pietro e Paolo).

3) Nel 1954, a Bergamo, prima di lasciare la Diocesi per trasferirmi a Roma (per vari anni sono stata dirigente diocesana della Gioventù Femminile di Azione Cattolica e propagandista nazionale) nel prendere commiato, pregai il vescovo mons. Giuseppe Piazzi, di riprendere in mano la causa delle Ghiaie; mi ripose che riceveva molte lettere in proposito. Mi aggiunse che non dava credito alle affermazioni del prof. Cazzamalli, un non credente (anzi mi disse qualche cosa di più, che per carità cristiana preferisco tacere). (3)

4) L’on. Giuseppe Belotti di Bergamo, in un giorno delle apparizioni, si trovava al patronato S. Vincenzo, verso il tramonto, in compagnia di mons. Adriano Bernareggi. Entrambi videro il sole girare tra colori diversi; su di un muro osservavano il susseguirsi dei colori e se li comunicavano a vicenda: «Ora il verde, ora il viola!» ecc.

5) Don Riccardo Belotti, rettore della chiesa di S. Marco, che fu uno dei sacerdoti più stimati di Bergamo, un giorno mi confidò:
«- Nell’estate 1944 passai un periodo di vacanza a Gandino, ospite delle Suore Orsoline nel cui Istituto era stata messa Adelaide Roncalli. (Lo dimostra anche una foto a pag. 48 di «Questa è Bonate» di P. Bonaventura Raschi, dove don Belotti è a destra, Don Cortesi a sinistra, la piccola Adelaide al centro, e dietro di lei c’è il prof. Cazzamalli e una suora delle Orsoline di Gandino). In quel periodo, continuò Don Belotti, mons. Vescovo Bernareggi mi chiese: «È stato osservato il mio ordine? Intendo dire che nessuno più debba interrogare la bambina?» Io, per non dargli un dispiacere, non ebbi il coraggio di dirgli la verità, cioè che il suo ordine non era stato osservato in quanto don Cortesi continuava ad interrogare la bimba.

6) Dopo parecchi anni, credo proprio nel 1959, a Ranica nel giardino della villa della N. D. Giulia Adelasio, incontrai Adelaide e le dissi: «Chissà se tu vedrai il trionfo della Madonna alla Ghiaie!» Mi rispose prontamente: «Non me ne importa niente di vederlo, basta che avvenga!» Di questo incontro conservo un pro-memoria, scritto subito dopo, perciò sono sicura di quanto riferisco.
In quell’occasione Adelaide mi disse che non aveva mai avuto un attimo di gioia, tanto era stato l’incubo del peccato, il contrasto tra quello che aveva visto ed il timore di peccare nel dirlo. Le chiesi se non aveva più visto niente dopo: «No» mi rispose. Le chiesi ancora: «La Madonna comparirà al momento della tua morte?». «Sì» mi rispose con un sorriso magnifico.
Aggiunse poi: «Ricordo la visione, le parole, ma nient’altro di quello che succedeva intorno. Il segreto lo ricordo, l’ho detto al Vescovo, ma non posso dirlo ad altri. Allora non capivo i significati delle visioni. Sapevo le parole senza capirle; ora sì, le capisco». Riguardo alla rappresentazione presso il teatrino delle Suore, mi disse che al momento delle apparizioni non la ricordava nemmeno «Loro me l’hanno ricordata e, ripensandoci, ho ricordato solo il fuoco che le Suore avevano fatto».

7) Mons. Francesco Vistalli, Prevosto di S. Alessandro in Colonna (allora mia parrocchia) Sacerdote di assai vasta cultura, come tutti sanno, fu sempre scettico sul fatto delle Ghiaie, ma quando lesse il famoso decreto ebbe a dire: «Non ho mai creduto, ma ora che ho letto il decreto, da come è formulato, devo dire che deve esserci del vero».

8) La sig.na Rosa Reich, Presidente delle Conferenze di S. Vicenzo, Croce pro Pontifice et Ecclesia, che era assai stimata da mons. Bernareggi, della cui familiarità ella godeva notoriamente, quando fu proibito un libro sulle Ghiaie, mi disse: «Non lo distrugga. Lo metta da parte. Ritornerà tutto a galla». Sono sicura che ella parlava, con il Vescovo, delle Ghiaie, e ne era entusiasta. Mi raccontò poi che negli ultimi giorni di vita di mons. Bernareggi, le Suore che lo assistevano, avevano visto nella ricorrenza delle apparizioni, i colori dell’iride riflessi dal sole sulle lenzuola del Vescovo, che esse stavano ripiegando; erano corse in camera del Vescovo a raccontare l’episodio e mons. Bernareggi aveva sorriso felice.

Note (scritte in calce alla lettera)

1) Dal ricordino in tedesco:
«Per grazia di Dio io verrò ordinato Sacerdote il 29 giugno 1950. Il 15 luglio 1950 celebrerò la mia Prima Messa nella mia chiesa parrocchiale a Kotzting. In santa gioia e lieto grazie verso Dio e tutti coloro che mi hanno aiutato in suo nome, al raggiungimento di questa meta, partecipo e invito a partecipare alla festa. Otto Schaffner.»

(2) «Come è stata decisa la faccenda delle Ghiaie? Ha saputo ancora qualche cosa più esatto su di essa? Le sarei molto grato per qualche notizia, poiché io mi sono sempre molto interessato di essa. Otto Schaffner.»

(3) Pare risultasse ...

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Archivio Ermenegilda Poli


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Allegato   Data inserimento:  25/02/1978