Autore:  Mons. A. Bramini Data documento:  02/02/1947
Titolo:  RELAZIONE ALLA COMMISSIONE VESCOVILE (3A PARTE)

 RELAZIONE DI MONSIGNOR ANGELO BRAMINI ALLA COMMISSIONE VESCOVILE DI BERGAMO SULLE APPARIZIONI DI GHIAIE
( 2 febbraio 1947 )

In Archivio Arcivescovile della cancelleria della Curia Vescovile di Lodi, Documenti di monsignor Angelo Bramini riguardanti i fatti di Bonate,
cartella 1

TERZA PARTE
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E’ tempo ormai di uscire dal campo negativo e procedurale per rilevare gli aspetti che presenta attualmente il problema delle apparizioni di Ghiaie e le non poche indicazioni completamente nuove che essi ci forniscono.
Non dimentichiamo neppure a questo proposito che questa è una semplice relazione di aggiornamento, sarò molto rapido e sintetico.
Mi limiterò pertanto a mettere in evidenza come gli argomenti sfavorevoli all’autenticità dei fatti di Ghiaie siano in gran parte caduti, per altra parte svigoriti e ridotti alle modeste proporzioni di difficoltà pienamente solubili quando ad essi si applichino giusti criteri e per altra parte bisognosi di ulteriori sicuri chiarimenti per poter essere seriamente discussi.
Al contrario si rileverà che gli argomenti favorevoli all’autenticità dei fatti raggiungono un complesso imponente per numero, forza e valore, anche se taluni di essi richiedono ancora ulteriori indagini per avere a disposizione tutti gli elementi necessari per giungere a conclusioni definitive.
Comincio dagli argomenti negativi.

1. Il primo di essi, che, per - l’importanza superiore al merito che gli veniva attribuita - sembrava dominare la situazione del problema di Ghiaie un anno fa, al punto di gravare sopra di essa come una ipoteca insolvibile, era costituito dalla così detta
ritrattazione della bambina Roncalli.
Sappiamo ormai quale conto fare di questo argomento.
La riaffermazione completa, decisa, orale e scritta, ripetuta e perseverante che ella ha fatto e continua a fare della realtà delle apparizioni con vera e provata spontaneità, libertà ed insistenza ha demolito le negazioni precedenti.
Inoltre : da un lato la scienza psicopedagogica e dall’altro la bambina ci hanno rivelato le cause che determinarono le precedenti negazioni.
La stessa scienza poi ci assicura che le negazioni della piccola, avvenute per forza di suggestione esterna, e in condizioni tali che essa, per la tenera sua età, non aveva la possibilità di reagire, sono destituite di qualsiasi valore probativo, giuridico e morale, e che perciò non vanno tenute in nessuna considerazione. Ogni responsabilità pertanto della bambina va escluso e conseguentemente le negazioni non sono imputabili ad essa.
Le conclusioni della scienza psicopedagogica hanno poi avuto le prove a posteriori nei fatti che si sono svolti dal 5 al 15 luglio 1946 e dopo.
Le rivelazioni che la bimba ha fatto circa le cause che l’indussero alle negazioni hanno il suffragio di argomenti oggettivi ab extrinseco e soggettivi ab intrinseco.
Il grande argomento è dunque completamento caduto.
Resta da compiere un dovere di giustizia verso la piccola, la quale è stata vittima innocente di violenza morale esterna (suggestione e indebita imposizione) alla quale ella era nella impossibilità di resistere, e di timore grave ingiustamente incusso (minacce) e di inganno (“te ne troverai contenta” - “Ne ho bisogno” - “Nessuno lo saprà”). Inoltre questa povera piccola è stata ingiustamente diffamata per iscritto e oralmente, e siccome le sue negazioni non le sono imputabili moralmente, e perciò non si può ravvisare in esse una sua colpa, la diffamazione è in questo caso anche calunnia.
Questo dovere di giustizia va adempiuto in conformità analogica con quanto prescrivono i canoni 103, 1686, 1688 par.2 e 1689 mediante una morale restitutio in integrum, la quale consisterà nel trattarla giuridicamente come teste attendibile, in tutto degna di fede, nisi in posterum contrarium probetur.
La diffamazione e calunnia potrà essere riparata in modo e forme che la prudenza troverà più opportuni.
2. Altra fonte di istanze negative era costituita dai difetti morali e psicofisici della bambina, con particolare riferimento ai suoi capricci, alla asserita sua scaltrezza e furberia, alla affermata mancanza in lei di vera pietà, alle sue disobbedienze e alle tanto gonfiate bugie e compiacenze di averla fatta al prossimo.
Sappiamo ormai che cosa ci sia di vero in ciò che sia D. Cortesi sia talune Suore Orsoline hanno affermato intorno a questi difetti e mancanze di Adelaide.
Le tre citate relazioni delle sue attuali educatrici costituiscono altrettanti documenti inoppugnabili nei quali non si sa se ammirare di più la severa obbiettività o l’acutezza delle osservazioni, frutto di un controllo ben minuzioso intorno alla bambina.
Da essi risulta chiaramente che la piccola, oggi più grandicella, presenta di notevole solo i difetti più comuni alle bambine della sua età, in più dimostra di possedere certe qualità spirituali che non si trovano talvolta neppure in persone adulte. Non si dimentichi la sapiente affermazione già citata, che, cioè, se sulla piccola non posassero gli interrogativi che posano su di essa, si dovrebbe dire che la sua spiritualità presenta oggi degli aspetti non ordinari.
Del resto non è detto che le autentiche rivelazioni soprannaturali compiano sempre e subito nei veggenti delle complete trasformazioni spirituali né che le compiano sempre nello stesso modo e nella stessa misura. Il tempo e la libera cooperazione dell’umana libertà vi hanno la loro parte.
Massimino e Melania furono per tutta la vita strani, irrequieti e vagabondi. Bernadetta Soubirous ascese alle vette della santità più tardi. Lucia rimase esteriormente quella che era prima delle apparizioni, e se i suoi cuginetti in breve furono trasformati miracolosamente dalla grazia fu perché i loro giorni dopo le apparizioni erano contati, e, in ultima analisi, perché così piacque Colà ove si puote ciò che si vuole. Maria Beco, quando ebbe le otto apparizioni della Madonna, non andava neppure a Messa la domenica, né al catechismo e respirava l’aria gelida dell’ambiente domestico materialista: dopo le apparizioni è divenuta una buona cristiana, assai devota della Madonna, più pia e più buona, ma nulla di straordinario, e non deve essere diventata un prodigio di santità a tutt’oggi dal momento che gli storici di Banneux (V.Moresco) fanno notare che risente ancora in fondo dell’ambiente non cristiano in cui è nata, è stata educata ed è vissuta. E ciononostante la conversione improvvisa del padre.
Adelaide oggi ricorda con rammarico i suoi capricci e le sue disobbedienze di ieri, ma si dimostra più saggia di chi ha arguito da quei difetti la falsità delle sue visioni quando dice: “Non è vero che la Madonna si fa vedere soltanto ai buoni, ma anche ai cattivi perché diventino buoni”.
Questa questione dunque dei difetti morali di Adelaide va ormai riposta in soffitta.
3. La piena smentita data al Cortesi circa i così detti difetti psicofisici di Adelaide, e sui quali egli appoggiava i suoi rilievi prima ed attacchi poi alla perizia Gemelli-Sidlauskaitè, hanno fatto crollare anche le fondamenta della relazione del Prof. Cazzamalli, il quale concludeva che le visioni di Adelaide fossero dovute ad uno stato di piccola trance, e insieme di quella del professor Zilocchi che conclude le sue “Impressioni di un medico alienista” dichiarando che Adelaide era allucinata.
La relazione Zilocchi si liquida con il suo stesso titolo, giacché le impressioni non sono mai state conclusioni scientifiche da che mondo è mondo.
Quella del prof. Cazzamalli, oltre al peccato originale di appoggiarsi molto alle predette affermazioni del Cortesi sui difetti psicofisici di Adelaide, ha anche la pregiudiziale che il suo autore è un avversario accanito di P. Gemelli, la cui relazione egli ha visto (E chi gliela data?…E con quanto criterio e rispetto di quelle elementari regole prudenziali che si devono seguire in questi casi?…) e contro il quale nel corso della sua prolissa esposizione sferra parecchi fegatosi attacchi.
Dell’effettivo e reale valore scientifico di questa relazione diranno esaurientemente due specialisti.
Qui è sufficiente osservare che il Cazzamalli è un metapsichico, e che la metapsichica non è una scienza, ma un tentativo di spiegare i fenomeni anormali delle persone neuropatiche, isteriche, medium e pazzi (notando che questi ultimi per confessione di un celebre volgarizzatore di “Ultrafania” – Gino Trespidi – sarebbero i migliori medium. Purtroppo però questi metapsichici nella quasi totalità, ignorano la vera scienza, cioè la psicologia razionale, e si sforzano di spiegare ogni cosa materialisticamente. Ora, che i fenomeni psichici siano connessi con alterazioni fisiche è cosa manifesta, ma il grave torto di questi metapsichici è di attribuire la massima importanza quasi esclusivamente a cause fisiche, quindi di fatto i metapsichici sono materialisti. E tale è appunto il prof. Cazzamalli, quantunque si professi, anzi ostenti, cattolico. Di ciò è prova il fatto che egli milita nel campo socialista.
Omettendo per amore di brevità tutte le altre osservazioni che si possono fare intorno a questa relazione, mi limito ad un rilievo assai interessante. Il punto culminante di tutte le elucubrazioni del Cazzamalli è quello in cui, basandosi sulla “preziosissima indagine dell’infaticabile nostro prof. Cortesi (sono sue parole) circa la condizione di psiconsensorialità della bambina” conclude che si tratta di una allucinazione normale vera e propria (pag.33). Orbene questa conclusione è diametralmente opposta a quella del prof. Cortesi, il quale, a conclusione del suo studio sul problema di Ghiaie, dichiara che “le apparizioni sono una creazione pseudologica fantastica della bambina Adelaide” (pag. 230 del 3° vol.). Vale a dire: si tratta di una bugia detta e mantenuta dalla bambina. Come spiegare questa stridentissima contraddizione tra i due che si sono tanto incensati a vicenda?
Il Cazzamalli scrisse prima che il Cortesi arrivasse alla sua conclusione, e il Cortesi nel suo 3° volume dichiara che è in aspettativa della relazione del prof. Cazzamalli che non veniva mai. Quindi il Cazzamalli poté costruire per proprio conto il suo castello allucinatorio, e il Cortesi a sua volta ha potuto costruire il suo castello pseudologico. I due oppositori della normalità della bambina si demoliscono l’un l’altro. E’ il caso di ripetere la frase evangelica: “Et non erant convenientia testimonia eorum”!
Lasciamo da parte tutto quello che il Cazzamalli scrive, uscendo completamente dal suo campo per atteggiarsi a teologo improvvisato, e ascoltiamo il giudizio conclusivo che un dotto religioso dà della sua relazione: “Tutto il lavoro del Cazzamalli appare ispirato ad un esibizionismo che tocca i confini del ridicolo. Egli fa uno sfoggio, non già di scienza, ma di terminologia scientifica (che tutta si riduce a dire in termini oscuri ben misere cose) per poter ottenere il plauso per la sua Metapsichica: incensa D. Cortesi per ottenere una incensazione e a sua volta: ostenta pietà e devozione per ottenere credito alle sue affermazioni, mentre la carenza di ogni vera pietà e devozione appare in tutto il suo scritto, il quale, per conseguenza, non può avere valore alcuno per chi voglia esaminare spassionatamente le cose.”
Da tutto ciò si può arguire che alle conclusioni del Cazzamalli, le quali appaiono fin d’ora di valore scientifico così dubbio e discubile, e, dal punto di vista della dottrina cattolica, così lontane dalla competenza che si richiede in questo campo specifico di studi, non è serio, né – a me sembra – lecito accordare maggior credito che non a quelle di uno scienziato cattolico qual è P. Gemelli. La cui relazione peritale del resto, non è stata neppure scalfita dagli attacchi del Cazzamalli, come non lo fu – lo abbiamo appreso dalla parola di uno specialista – dagli attacchi del Cortesi.
La conclusione pertanto di P. Gemelli e della Dott. Sidlauskaitè che Adelaide Roncalli è una bambina assolutamente normale fisicamente, psichicamente e moralmente sta in tutto il suo scientifico valore.
4. Che dire delle supposte e tanto gonfiate suggestioni ambientali subite da Adelaide in modo da spingerla a creare le sue visioni?
Se l’ambiente parrocchiale di Ghiaie con le sue funzioni suggestive, con il suo quadro della Sacra Famiglia (ordinariamente coperto dal padiglione e così diverso da ciò che ha visto Adelaide), con il suo S. Gioachimo dalle tortorelle in mano (in posizione così poco visibile che per vederlo occorre sapere che c’è e andarlo a cercare) avesse avuto la capacità di suggestionare Adelaide e spingerla a creare le sue visioni, in una parrocchia di mia conoscenza dove tali funzioni sono abituali, dove le rappresentazioni evangeliche sono consuetudine al vivo e le raffigurazioni plastiche di episodi del Vangelo e della vita dei santi sono disseminate in ogni angolo della chiesa e dell’oratorio, le visionarie avrebbero dovuto moltiplicarsi fino all’inverosimile.
Quanto alla rappresentazione scenica delle apparizioni di Fatima, alla quale si sono dedicate tante pagine e tante discussioni e tante indagini, (in verità degne di miglior causa) c’è da dire semplicemente questo: che chi ancora volesse insistere su un tale argomento dimostra una tale mancanza di serietà da essere considerato senz'altro fuori combattimento.
Padre Gemelli e la Dott. Sidlauskaitè assicurano che nessuna influenza suggestiva ha subito Adelaide da quella rappresentazione.
Chi compulsa il libretto di tale rappresentazione con occhi non affumicati da preconcetti finisce per trovarvi in maggior numero gli elementi divergenti che non quelli affini al contenuto delle visioni di Adelaide. Dal confronto risulta anzi che non poche divergenze sono assai grandi. Se la natura di questa relazione lo consentisse si potrebbe di tutto questo dare qui una minuziosa dimostrazione.
Se invece si vogliono riscontrare affinità tra le visioni di Adelaide e quelle reali e storiche di Fatima, allora siamo d’accordo. Ma quella è una questione ben diversa che si tratterà a suo tempo e suo luogo. Ed ha ben altri significati. Eppure si sa da D. Cortesi stesso che la storia vera di Fatima era pressoché sconosciuta alla piccola, la quale ignorava persino che la Madonna a Fatima fosse apparsa più volte!!!
Quanto alla suggestione esercitata su Adelaide dalla così detta “megera” Maria Roncalli, ora Sr Adriana, dobbiamo dire oggi che si tratta di una affermazione che non ha resistito al rigore delle indagini, ed è morta e sepolta sotto una valanga di documenti, che a suo tempo saranno esibiti.
Padre Lini è smentito in pieno da testimoni oculari e il parroco di Presezzo su questo punto è a sua volta smentito da chi ha citato come teste delle sue affermazioni.
Che cosa rimane dunque di tutte queste ricostruzioni oggi? Nulla, proprio nulla che valga la pena di dedicarvi anche la minima attenzione da parte di persone serie ed amanti della verità.
5. Diverse istanze negative provengono dal contenuto delle visioni di Adelaide (espressioni così dette meno convenienti – predizioni così dette fallite – vacuità nel così detto segreto – poco contenuto teologico – nessuna novità di messaggio, ecc.
Richiamiamo subito intanto che il contenuto reale delle visioni di Adelaide, quale ce l’ha fatto conoscere il Cortesi, non è sicuro per tutto quel cumulo di gravissime ragioni che ormai conosciamo. Non possiamo quindi in coscienza farne la base di uno studio. Su questo punto quindi è più prudente non soffermarsi.
Gioverà ad ogno modo persuaderci fin d’ora che tutte le obbiezioni che si sono fatte intorno a questo contenuto così come ora le conosciamo sono solubili, e qui le scioglierei se fosse il caso, e se non fosse più saggio attendere, dai nuovi interrogatori che dovranno essere fatti alla piccola, i dati più genuini e sicuri.
Molte di esse del resto cadono da sé se nel giudicarle si seguono criteri giusti e sani.
Non dimenticare, p. e. che non è detto che ogni manifestazione soprannaturale debba essere giustificata dalla comunicazione di un messaggio nuovo. Ce ne sono messaggi venuti dal cielo che la terra non ha accolto, e sui quali il Cielo ha insistito!! Ed è infinita misericordia per questa povera umanità che si degni di insistervi.
Tenere presente, p.e. che per la prima volta abbiamo come strumento di una manifestazione soprannaturale una piccolissima settenne, senza compagni di privilegio, e che quindi il soprannaturale, il quale soffoca mai la natura, e che non suole moltiplicare i miracoli senza necessità, si adatta con sapienza divina alle esigenze insopprimibili (senza moltiplicazione di miracoli) della natura piccoletta di una bambina.
Ricordare che i disegni e gli altissimi fini che Dio si prefigge con queste speciali manifestazioni non sempre sono subito conoscibili da noi, spesso essi si rivelano in progresso di tempo, anche lungo.
E quanti altri principi si potrebbero qui richiamare!
6. Le ragioni della opposizione saranno confutate a tempo e luogo.
Qui basterà rilevare che uno studio accurato di esse rivela subito il loro lato aprioristico, la debolezza delle loro basi, le ragioni forse meno confessabili dalle quali probabilmente l’opposizione ha preso le sue mosse . Ma di ciò al momento opportuno.
Qui basterà dire che la relazione di padre Lini è crollata sotto i colpi inesorabili di una confutazione fatta punto per punto da un teste assai qualificato ed attendibilissimo, il quale ne dimostra in modo esauriente la falsità.
Omettendo pertanto di accennare ad altre fonti assai meno importanti di istanze negative, è facile concludere che oggi come oggi la schiera delle ragioni che militavano un anno fa contro l’autenticità dei fatti di Ghiaie ha subìto dei vuoti larghi profondi e che non saranno mai più riempiti, mentre le poche e spsrute forze che sono rimaste sono in procinto di consegnare le armi

Ed ora uno sguardo rapidissimo agli argomenti postivi:

1. La sincerità delle primitive affermazioni di Adelaide, ora collegate con la sua decisa riaffermazione della realtà delle apparizioni, appare oggi provata doviziosamente da testimonianze attendibilissime ed abbondantissime firmate da persone che la conobbero molto da vicino, comprese le sue piccole compagne di gioco.
Nel diario già citato del Vescovo si leggono pagine e pagine nelle quali egli riferisce le informazioni che riceveva allora e per diverso tempo dalle suore Orsoline, informazioni tutte inneggianti alla sincerità, ingenuità, semplicità e spontaneità della piccola.
Il pittore Galizzi ha presentato una lunga e completa relazione dalla quale risulta come la parte avuta da Adelaide nella creazione del magnifico quadro raffigurante l’apparizione del 28 maggio sia stata addirittura preponderante e come in tale circostanza la piccola abbia dato prove molteplici e sicure della sua sincerità.
Essa del resto è confermata ampiamente da innumerevoli dati di fatto desunti dalla storia delle apparizioni, dalle vicende della settimana intermedia e da quella dei mesi successivi, e d’altra parte è ormai provato che quando la piccola negava le apparizioni mentiva.
Persino i suoi capricci, le sue disobbedienze, le sue bugiole, le sue spacconate infantili, tanto sfruttate in senso negativo da osservatori affrettati o corti di vista o prevenuti o passionali, costituiscono invece agli occhi dell’osservatore sereno e imparziale un cumulo di altrettante prove della spontaneità, ingenuità e sincerità della bimba. Una fanciulla infatti che fosse stata tanto scaltra dire e simulare per tanti mesi le sue visioni non avrebbe potuto non comprendere che tali sue manifestazioni poco commendevoli lavoravano in senso contrario alle sue affermazioni, e si sarebbe certamente sforzata in ogni modo di mantenere un contegno esteriore ben diverso, come si sarebbe guardata bene dal pronunciare quella sfuttatissima frase: “La faccio a tutti, io”.
2. Di fronte agli argomenti negativi di cui oggi siamo in grado di valutare la misera consistenza si aderge come un monumento grandioso un complesso di fatti presumibilmente miracolosi effettivamente connesso con rapporto reale (di tempo e di luogo) e ideale con le apparizioni di Ghiaie affermate dalla bambina:
a) Sono pronti per l’esame teologico due casi di guarigione: Villa Anna e Sala Anna che risultano confermate da recente visita di controllo.
Vanno riesaminati scientificamente gli altri due casi di Sr Antida Gasparini e di Roncari Anna, il primo perché il Prof. Manziani ha eseguito l’esame di controllo e ha riscontrato il perduramento assoluto della guarigione avanza la riserva che in tali genere di malattie possono verificarsi tregue anche lunghissime, riserva di cui va accertato l’effettivo valore scientifico – il secondo perché intorno ad esso il medico di Brebbia pur constatando il perdurare della guarigione avanza la riserva di isterismo, riserva che però è stata prevenuta e confutata dall’esame medico che ha segnalato questa guarigione come suscettibile della qualifica di miracolosa intervenendo il collaudo del tempo.
b) Messo in disparte il caso Pagnoncelli Giulia, perché ricaduta nella stessa malattia, abbiamo oggi disponibili altri otto casi di guarigione dei quali: Antonio Zordan, cieco di guerra, Nicoletti Bianca morbo di Pott, ambedue attualmente all’esame scientifico, Polli Luigina, spondilartrosi (all’esame canonico per rogatoria in Lodi) - Suor Maria Del Piano, tubercolosi poplmonare e intestinale, Suor Brunato Maria, spondilitica; Bana Rina tubercolosi polmonare, casi tutti attualmente in fase di esame storico. Ai quali vanno aggiunti altri due casi denunciati in questi ultimi giorni ed avvenuti nello scorso anno mediante l’invocazione della Madonna apparsa a Ghiaie, dei quali ho già iniziato l’accertamento storico.
Il nesso reale e intenzionale con le apparizioni di Ghiaie in tutti questi fatti è evidente.
1. Gli atteggiamenti similestatici di Adelaide durante le sue visioni sono attualmente allo studio di specialisti in materia. Da uno studio comparato con gli stati di altri veggenti risulta che molte importanti affinità si rivelano tra le estasi di Adelaide e quelle di Lucia, ma specialmente di Giacinta e di Francesco di Fatima e di Maria Beco a Banneux. Di essi se ne discorrerà ampiamente a tempo e luogo.
2. Le conversioni segnalate sono aumentate di numero, come sono aumentate di numero le segnalazioni riguardanti l’impressionante movimento di pietà e di grazia determinatosi contemporaneamente ai fatti di Ghiaie e in rapporto ad esso.
3. I trascuratissimi fenomeni solari sono attualmente affermati da copiosissime testimonianze scritte provenienti anche da regioni più lontane dell’alta Italia e persino d’oltre confine.
Ciò che particolarmente impressiona si è la meravigliosa concordanza di tutte le testimonianze nel segnalare ciò che è stato visto e come è stato visto, nell’indicare le ore e i giorni in cui fenomeni sono stati ammirati, giorni che corrispondono al 20, 21, 28 e 30 maggio 1944 ed ore che corrispondono a quella in cui, proprio in quei giorni, sono avvenute le apparizioni a Ghiaie.
Altra circostanza impressionante è il fatto quasi in ogni dichiarazione segnalato che accanto all’alta percentuale di persone che vedono i fenomeni c’è una piccola percentuale di persone che non lo vedono, ciò che induce ad escludere decisamente ogni fenomeno di suggestione collettiva.
Soprattutto impressiona il fatto che finora nessuno degli osservatori astronomici interpellati (quattro) ha registrato fenomeni particolari nel sole nel periodo dal 15 maggio al 15 luglio 1944. Il Vescovo di Lairia nella pastorale con cui riconosce canonicamente le apparizioni di Fatima, a proposito del grande fenomeno solare, adduce come argomento principe della miracolosità di esso il fatto che nessun osservatorio astronomico l’aveva registrato.
Se i fenomeni solari concomitanti le ultime apparizioni dovessero essere ritenuti naturalmente inspiegabili, avremmo in essi il segno preannunciato.
Tutta questa questione è attualmente allo studio di specialisti.
4. Numerose assai sono le denuncie di grazie particolari straordinarie, tutte in rapporto con le apparizioni di Ghiaie ottenute un po’ dovunque da partigiani, internati, prigionieri, condannati a morte ed altre ancora di vario genere. La stessa preservazione di Bergamo dai bombardamenti è legata così intimamente, sia pure con mezzi umani, alle apparizioni di Ghiaie che non si può non vedervi una grazia straordinaria.
5. Il movimento straordinario delle folle a Ghiaie (si parla di vari milioni di persone ivi accorse nel bimestre maggio-luglio), in momenti di bombardamenti continui delle nostre arterie principali di viabilità e di penuria gravissima dei mezzi di trasporto, e lo spirito di preghiera e di penitenza che animava la maggior parte di esse non si spiegano naturalmente.
Meno ancora si spiega il non mai interrotto pellegrinaggio dei fedeli al luogo delle apparizioni che riebbe particolare vitalità dopo la fine della guerra e che continua tuttora dalle più svariate e più lontane provenienze (svizzera, Torino, Trieste, Verona) raggiungendo nei giorni anniversari delle apparizioni puntate di diverse migliaia di persone, nonostante che attorno ai fatti di Ghiaie l’Autorità Diocesana abbia fatto vuoto assoluto, e l’opposizione, specialmente del clero, si sia accanita raggiungendo persino le forme meno corrette.
6. C’è poi un fatto che impressiona profondamente ed è l’attesa diffusa un po’ in tutto il mondo di conoscere il messaggio di Ghiaie, e la crociata di preghiere veramente imponente, alla quale solamente in Francia hanno dato il loro nome un milione e trecento mila persone, per ottenere il riconoscimento canonico delle apparizioni di Ghiaie e lumi a quelli che sono deputati al giudizio di essi.
Tale crociata, che fa capo al Centro di Oevre de Diffusion Marial in Savoia, ha le adesioni più commoventi di fedeli del Madagascar, del Canada, del Belgio, della Polonia, dell’Austria e della Palestina.
Per questa crociata che si può dire mondiale, è stata messa in circolazione la bella preghiera approvata dal Vescovo di Liegi che usata per ottenere il riconoscimento canonico dei fatti di Banneux, e nella quale il nome di questo luogo è sostituito con quello di Bonate.
Opuscoli intorno ai fatti, in gran parte bene informati, col permesso delle autorità ecclesiastiche, circolano in Francia, nel Belgio, in Inghilterra, e , mi si dice anche in Germania e nella tormentata Polonia.
Questo mondiale interessamento ai fatti di Ghiaie fatto di preghiera e di desiderio di conoscere il messaggio di Maria si può spiegare naturalmente?
E qui di proposito mi fermo, perché ragioni particolari mi impongono di dire molto meno di quello che potrebbe essere detto.
Da quanto è stato sommariamente esposto mi sembra però che l’attuale situazione del problema di Ghiaie esiga un’applicazione immediata e su vasta scala del metodo storico, alla quale si aggiungerà poi come contro prova l'applicazione del metodo filosofico. Ma tali ulteriori indagini debbono essere compiute nelle forme e con tutte quelle garanzie che al mondo in attesa consentano di comunicare un giudizio sui fatti di Ghiaie che sia inoppugnabile sotto ogni aspetto.

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Allegato   Data inserimento:  04/02/1947