Autore:  Mons. A. Roncalli - E. Bertuetti Data documento:  06/12/1947
Titolo:  Scritto del Nunzio A. Roncalli a Elsa Bertuetti

 SCRITTO DEL NUNZIO RONCALLI A ELSA BERTUETTI
(vedi originale in allegato)

Mgr. Ange-Joseph Roncalli
Archevêque tit. de Mesembria
Nonce Apostolique


Si compiace vivamente colla Signora Bertuetti Elsa delle sue buone disposizioni circa le diffusioni Mariali di Bourg-Saint-Maurice in conformità alle decisioni di Mons. Jauffrés. Ammette senz’altro le sue dichiarazioni quanto al lucro: e gli torna gradito incoraggiarla e benedirla, ricordando che il seguire docilmente, come ella fa la Santa Chiesa anche in questa materia di apparizioni o altro, è il mezzo migliore per meritar grazie, consolazioni e soddisfazioni per se e per la propria famiglia.

Parigi, 6 dicembre 1947

+ Ang. Gius. Roncalli
Nunzio apost.

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TESTIMONIANZA DI ELSA BERTUETTI

Assistente sanitaria di Prefettura, lasciavo Pescara e mi trasferivo all’O.N.M.I. di Bergamo, ove prendevo servizio nel Consultorio Pediatrico di Città Alta… La prima persona con la quale strinsi rapporti fu Lina Colnago, nata a Bergamo il 21 aprile 1894. Zelante propagandista parrocchiale di buona stampa mi affibbiava volentieri quel che le era rimasto invenduto…
Fui subito colpita dalla sua spiritualità, dalla sua povertà, sottomissione, umiltà, della sua tolleranza di fronte ad ogni caso poco comodo, della sua squisita carità, per ogni situazione critica, come se ne trovano assai fra le madri legittime e illegittime…

Lina fu diretta da Don Roncalli, futuro Papa, e mantenne con lui rapporti epistolari fino a quando fu promosso Monsignore. Nelle solennità gli mandava auguri anche come Patriarca di Venezia e Nunzio Apostolico a Parigi. Scrisse anche a Papa Giovanni a proposito delle apparizioni di Ghiaie di Bonate, ma non ebbe risposta. In quel momento “fungeva da Papa” Mons. Capovilla di cui, in Segreteria di Stato, era noto che Giovanni XXIII battendogli la spalla dicesse: “Tutta la Chiesa pesa su queste povere spalle”…!

Sembra anche che il Santo Padre avesse espresso il desiderio di vedere Adelaide Roncalli. La ragazza andò a Roma, ma Mons. Capovilla non le rilasciò il placet e dovette ritornarsene a Bergamo senza vederlo.

Per il dramma dell’apparizione di Bonate (Lina) sofferse assai. Si sacrificava volentieri in Consultorio pur di lasciarmi libera di corrervi per la preghiera ininterrotta che vi si fece giorno e notte per ben due mesi.

Fu testimone dell’entusiasmo che Don Cortesi, proprio nel mio consultorio, comunicava ad altri Sacerdoti circa la veridicità delle apparizioni, e cosa non sofferse quando, scaduta la sua notorietà per la mancata pace del 13 luglio (forse che si aveva ottemperato alla condizione richiesta: preghiera e penitenza?), passò dalla più entusiastica affermazione alla negazione più ostinata, consacrandosi incoerente di fronte alla storia. D’accordo, ciò non sarà avvenuto senza lotta e sofferenza, ma il guaio è che costrinse la bambina a negare l’apparizione pena la privazione dei sacramenti, fatto che Padre Petazzi giudicò passibile di sospensione a divinis.

Conservo la narrazione dialettale delle apparizioni, fresca come i fioretti di San Francesco. Negarle equivaleva mettere ai confini d’Italia la Madonna, mentre la stampa estera esaltava gli scherzi del sole, l’accorrere spettacolare di due, trecentomila persone, malgrado il pericolo delle incursioni aeree… la grazia ricevuta.

Dalla Terra santa il Custode, Padre Nazzareno Iacopozzi, volle informazioni dirette, e mi mise in corrispondenza col Sig. Canova di Bourg-Saint-Maurice (F), a cui corressi alcune inesattezze, mentre in quell’ufficio postale si dovette aumentare il personale per il lavoro che si era creato intorno ai fatti di Bonate. Storia che sono in grado di documentare. L’acclusa fotocopia dell’autografo di Papa Giovanni, allora Nunzio Apostolico a Parigi, comprova come mi fossi lamentata con lui per la procedura italiana, e se potevo prestar fede alla propaganda di Bourg-Saint-Maurice.

Risulta chiaro che Papa Giovanni aveva creduto alle apparizioni di Bonate.

Allorché nel settembre 47 scrissi a Don Cortesi: “Sto scorrendo Bernadette di Franz Werfel e vi rivivo, proporzioni fatte, la storia di Bonate. Come a Bernadette la Madonna è apparsa anche ad Adelaide, glielo giuro, Don Cortesi. Oso scriverLe perché una di queste mattine, nella preghiera, ho sentito un empito inusitato della mia anima per la Sua. Torni ad essere il Segretario della Madonna, torni a cantare! Peccato che la mia voce sia quella di una povera creatura la cui inferiorità si è meritata da Lei più di un atteggiamento di riprova. Certa che avesse ragione non gliene ho mai serbato rancore, continuando a considerarLa il Don Cortesi della Madonna anche quando Essa stessa, colla tenerezza di una Madre, somministrò al suo diletto figliolo l’antidoto per la vertigine che gli poteva aver procurato il troppo incenso. Le mando due libri che Le parleranno di Colei che lo aspetta braccia aperte. Mi può perdonare?” segue firma.

Lina sperava tanto da questa lettera (che avevo inviato a Don Cortesi) e la mancata risposta la fece molto soffrire. Nella sua offerta vittimale per la santificazione dei sacerdoti, che ho intuita anche prima che me ne parlasse, sono certa che gli avrà assegnato un posto di preminenza.

Peccato! Un umile riconoscimento da parte di don Cortesi d’aver sbagliato – non la prima volta quando affermava – ma la seconda quando negava – avrebbe dato all’apparizione l’alto valore che si meritava, come l’avrebbe comportato il messaggio di una settenne, unico nella storia di apparizioni a bambini: la stigmatizzazione della piaga della denatalità così espressa: “ Molti bambini sono disgraziati per i brutti peccati delle mamme”. Che ne poteva sapere Adelaide?

Mentre a Lourdes un 11 febbraio, iniziavano le apparizioni annuncianti l’Immacolato Concepimento di Maria, oggi, 11 febbraio 1973, nella nostra desolata Italia, alla Camera, si vota in favore delle pratiche anticoncezionali.
Quando impareremo a leggere fra le righe di Dio?

Lasciata Bergamo nel 1952 per stabilirmi a S. Giov. Rotondo, i rapporti si rallentarono (con Lina). Non l’affetto. Conservammo l’abitudine di ricordare il reciproco compleanno con la S. Messa…

In fede
Firmato Elsa Bertuetti
S. Giovanni Rotondo, 11/2/1973


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Fonti:
Archivio privato.
Archivio Ermenegilda Poli.

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COMMENTO

1) Elsa Bertuetti si riferisce ai movimenti di Bourg-Saint-Maurice (Savoia - Francia), dove tramite Canova E. M., ebbero grande eco i Fatti di Ghiaie di Bonate, sviluppando molta devozione tra i francesi di quella zona. Nel 1948, il Canova pubblicò addirittura un libro sulle Apparizioni di Ghiaie intitolato “300.000 personnes autour d’une enfant”. Il Nunzio Apostolico Angelo Roncalli, futuro Papa, seguiva con attenzione i fatti di Bourg-Saint-Maurice.

2) La mancata visita di Adelaide a Papa Giovanni XXIII.
La conferma che qualcosa non sia andato per il verso giusto, o che qualcuno in anticipo abbia vietato o impedito la visita al Papa, lo lascia intendere Adelaide nella sua lettera al parroco Don Italo Duci del 10/04/1959.

“Molto Reverendo Parroco,
La meraviglierà questa mia, ma sono per dirLe che come Lei desiderava, è stato fatto.
Ossia tutta quiete e silenzio, dal Santo Padre non ci siamo andati, in tutto il nostro soggiorno a Roma abbiamo partecipato con tanta gioia, all’Ordinazione di Padre Candido ed alle sue prime S.te Messe, e null’altro.
Io sono molto contenta che si sia compiuto appuntino, ciò che la Madonna aveva detto per Candido, e credo che tutti ne potrebbero gioire…”

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