Autore:  Vari Data documento:  15/02/2003
Titolo:  Il parere di Mons. Della Cioppa irritò la Curia (06/1947)

 IL PARERE DI MONS. DELLA CIOPPA IRRITO' LA CURIA DI BERGAMO

Prima del processo, mons. Bramini, avvocato difensore di Adelaide, volle sentire il parere di mons. Giovanni della Cioppa, avvocato della Sacra Congregazione dei Riti a Roma. Il parere dell'Avvocato dei Riti fu inviato da mons. Bramini a Bergamo, con lettera in duplice copia, una diretta al Vescovo e un'altra diretta al Tribunale Ecclesiastico, in data 3 giugno 1947.

Ecco alcuni stralci significativi di quella lettera:

1) Egli (cioè mons. Della Cioppa) ritiene che fu un grosso errore inquisire la bambina, sia quando lo fece Don Cortesi, sia ora che lo fa il Tribunale. Per la sua età la piccola non è capace né moralmente, né giuridicamente di giurare e di deporre. Essa va lasciata in pace nel modo più assoluto.

2) Egli afferma che né la precedente negazione, né la riaffermazione, né
la nuova recentissima negazione hanno valore alcuno, e non debbono sorprendere affatto. Si sono verificati fatti consimili anche nella vita di Santi favoriti di rivelazioni indubbiamente autentiche, come per es. la Labouré per le rivelazioni della Medaglia Miracolosa.

3) È suo avviso che tutta la documentazione riguardante i fatti e la bambina debba essere archiviata per l'avvenire.

4) Le indagini da esperirsi invece debbono rivolgersi ora esclusivamente al complesso presumibilmente miracoloso collegato con i fatti di Ghiaie (guarigioni, fenomeni solari, ecc.) intorno al quale si deve fare l'esame scientifico e canonico in modo semplice e lineare dall'attuale Tribunale, ritenendo egli che l'attuale organizzazione delle indagini sia troppo complicata e superflua.

5) Basterà per es. che tra le guarigioni si riscontri qualche caso od anche uno solo veramente miracoloso, per ritenere che effettivamente nel Maggio 1944 a Ghiaie è avvenuta una manifestazione di ordine e carattere soprannaturale, senza che vi sia né la necessità né l'urgenza di precisarne i termini e la portata. Il tempo dirà tutto.

6) I fatti eventuali miracolosi potranno essere pubblicati nei loro termini precisi sopra un Bollettino allo scopo di incoraggiare la devozione alla Madonna, senza fare pronunciamenti ufficiali. Contemporaneamente si dovranno tacitamente lasciar cadere le disposizioni proibitive circa le manifestazioni di devozione sul luogo delle apparizioni, lasciando, sotto opportuna vigilanza, libero campo alla pietà del popolo, e collocando nella Cappella ivi eretta una immagine della Madonna, che potrebbe essere quella del Galizzi. Il resto lo farà la Madonna stessa.

7) Concludendo: il parere di mons. Della Cioppa è che si sospenda subito ogni attività circa l'esame dei fatti e della bambina, mettendosi invece subito al lavoro per l'esame del complesso miracoloso come si è detto sopra.
Ritiene che sia doveroso far tacere qualsiasi oppositore autorevole delle Apparizioni.

Questo parere suscitò lo sdegno e l'ira degli "autosufficienti teologi della provincia" e del notaio del Tribunale, mons. Magoni, che rimproverò ufficialmente mons. Bramini accusandolo di aver messo al corrente di tutto un estraneo che non aveva nessuna missione né ufficiale né ufficiosa di inquisire intorno ai fatti di Ghiaie...

Domenico Argentieri, autore del libro tanto discusso "La fonte sigillata", edito nel 1955, afferma, tra l'altro che il Tribunale Ecclesiastico di Bergamo non poteva accettare i saggi consigli del Prelato Romano avendo già adottato una strana teoria - che non aveva avuto esempi e non avrà imitatori - secondo la quale un miracolo sul luogo delle apparizioni, anche se avvenuto durante le apparizioni stesse, non prova minimamente l'autenticità delle apparizioni: la teoria del miracolo "premio alla fede".

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Fonti:
- Articolo pubblicato sulla rivista Senapa, n. 1, Anno 2003
- Archivio privato documenti Mons. Bramini
- Archivio Ermenegilda Poli

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Allegato   Data inserimento:  15/02/2003