Autore:  Don G. Bonanomi Data documento:  23/07/1996
Titolo:  Petizione a mons. Amadei, di fare libertà di culto a Ghiaie

 PETIZIONE A MONS. AMADEI, A NOME DI MIGLIAIA DI PERSONE DI DARE LIBERTÀ DI CULTO A GHIAIE


Bergamo 23/07/1996

Eccellenza Reverendissima,
da tempo avevo in animo di scriverLe, per esprimerle il mio disagio nei Suoi riguardi.
Ora mi trovo negli Esercizi Spirituali e quindi in clima di maggior serenità.
Per prima cosa chiedo scusa per non averla informata del luogo scelto come attività pastorale, alla quale mi sento ancora in forze di dedicarmi ampiamente.
Ritengo che non sia privo di divina ispirazione il Provvidenziale incontro con il Parroco delle Ghiaie, e la Sua offerta di collaborazione nella Sua Parrocchia.
In un momento di demoralizzazione come quella, per me quel gesto, è stato come darmi 10 anni di vita.
Mi reco da Bergamo ogni giorno alle Ghiaie e oltre alla squisita gentilezza e bontà del Parroco, ho un ambiente fatto a misura per me.
Mi trovo qui da 15 mesi, volati come un soffio e ogni giorno le cose migliorano sempre più sotto ogni rapporto.
L'unico dispiacere che ho, è che il mio Vescovo forse non è contento di questa sítuazione.
Nei pochi casuali incontri avuti ho notato in Lei un certo atteggiamento di freddezza molto significativa.
In questi mesi con la popolazione e con le migliaia di pellegrini che qui confluiscono, ho cercato di approfondire la storicità delle Apparizioni e da tutti ho avuto la conferma che ci credevano "Fides populi".
Qui si prega in continuazione dalle 06 del mattino alle 11.00 di sera.
Molte persone affermano d'aver ottenuto grazie particolari e tra queste, il ritorno alla famiglia di mariti che da anni l'avevano lasciata.
Qualcheduna di queste testimonianze me l'hanno scritta, ed è in una raccolta che sto organizzando.
Milioni di italiani hanno sentito le 37 trasmissioni fatte su Ghiaie di Bonate con serenità ed obbiettività da Radio Maria.
Dopo quelle trasmissioni l'interesse della gente per Ghiaie è andato ancora aumentando.
Ho potuto avere tra le mani una parte delle riflessioni ed osservazioni di Mons,. Beniamini sui fatti delle Ghiaie e sono stato allibito. Perché non sono state accolte quelle osservazioni così documentate e circostanziate?
Da parte della Curia di Bergamo, tolto il famoso Decreto "Non constat" non ho mai sentito nessuna valida ragione che giustificasse e specificasse le ragioni del "Non constat".
Nelle varie interrogazioni fatte a testimoni viventi, ho trovato false le affermazioni a suo tempo fatte e scritto dal Parroco di Presezzo e di Bonate.
Non mi ripeto su quanto all'inizio del Suo Episcopato mi aveva affermato Mons. Gaddi e Mons. Oggioni.
Mons, Gaddi: L'unico miracolo avvenuto a Ghiaie di Bonate è quello di una mia compaesana Anna Sala guarita, a detta del medico locale, all'annuncio della pensione ottenuta.
Ho indagato e ho scoperto che la miracolata aveva avuto la frattura della colonna vertebrale ed era condannata per tutta la vita a vivere su una sedia a rotelle.
Alle Ghiaie s'è sentita guarita e per ringraziamento alla Madonna s'è fatta Suora.
Ha vissuto 30 anni in Missione e ha continuato a lavorare in Sardegna da dove mi ha scritto una lunga lettera con i particolari della sua guarigione e delle dichiarazioni mediche.
Fatto avere la lettera a Mons. Gaddi, m'ha risposto che questa lettera portava particolari di fatti e persone ineccepibili e che alla prossima occasione avrebbe rettificato il Suo intervento; ma è volato al Cielo senza averlo potuto fare.

Mons. Giulio Oggioni, alle mie richieste, ha detto che Lui non ha mai voluto guardare la faccenda perché erano troppo serie le persone che facevano parte alla Commissione.
Aveva però dato incarico a Mons. Chiodi che a una mia lunga lettera e ad un altrettanto lungo colloquio mio con Don Attilio Goggi, Autore di 3 diversi libri su Ghiaie di Bonate, ha apprezzato le nostre osservazioni, che del resto collimavano con quelle dei suoi parenti, ma aveva troppa stima di Mons. Cortesi per dubitare della sua cattiva fede, come se chi ha condannato Galileo Galilei avessero avuto ragione perché in buona fede.
Mons. Oggioni poi, in un secondo colloquio mi ha invitato a lasciar perdere la cosa perché ci sono altre cose più importanti in Diocesi da fare.

Ora siamo alla 3a fase di richiesta.
I lutti che ho avuto in famiglia con la morte di un fratello e una sorella, la scomparsa di amici carissimi, mi dicono che non è lontana la mia ora.
Sono forse presuntuoso, ma prima di partire da questo mondo, avrei tanto piacere di vedere riaperto il processo sulla questione Ghiaie alla luce dei numerosi fattori nuovi sopravvenuti, dalla reale disgregazione delle famiglie, dalle profezie fatte alla condizione della preghiera e penitenza e secondo l'auspicio favorevole di Eminenti Vescovi quali Mons. Battaglia da me interpellato "Cosa aspettate voi Sacerdoti di Bergamo a dar vita ad un luogo dove la Madonna si è così chiaramente manifestata".
A Mons. Benedetti, a Mons. Piccardi, Mons. Milesi, Don Vigano, ecc. ecc. - fino a tanti altri che mi vien lungo nominar, ho sentito parere favorevole alle reali Apparizioni.
Il fatto d'aver ritrovato un foto-montaggio dell'Epoca che ritrae tutti i fatti e i personaggi coinvolti nella faccenda Ghiaie, ci presenta la realtà della cosa.
A questo proposito, è grave l'atto compiuto da un membro della Curia di Bergamo che al Sig. Villa ha fatto promettere che avrebbe distrutto tale foto-montaggio. Dové l'amore alla verità? - Dové la libertà di coscienza? - Per fortuna non ha obbedito.

Avrei ancora tante cose da aggiungere, ma termino con 2 considerazioni:
1) I Vescovi del Ruanda a proposito di asserite Apparizioni della Madonna in una cittadina di quella Nazione, hanno detto:" Siccome non c'è nulla contro la fede nei messaggi riferiti dalla veggente, lasciamo libertà di credere o di non credere a quelle Apparizioni".

2) Non è possibile ottenere qualcosa di simile anche alle Ghiaie, senza quel tono di inquisizione creato da alcuni Curiali, mentre Mons. Bernareggi si è fermamente opposto alla demolizione della Cappella che Lui stesso ha voluto e poi visitato.

Questa lunga lettera ha un po' il tratto apologetico, ma il fermo proposito di chiedere a nome di migliaia di persone di dare libertà di culto in quel luogo senza pronunciarsi con decreti, come è avvenuto a Caravaggio e in altri Santuari - mi spinge a questa petizione -.

In attesa di benevola accoglienza della presente porgo devoti ossequi.

(Don Giovanni Bonanomi)

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Fonte: Archivio privato don Giovanni Bonanomi

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Allegato   Data inserimento:  23/07/1996