Autore:  G. Purcaro - Visto Data documento:  28/05/2008
Titolo:  La Madonna ha fatto più miracoli che a Fatima

 Sul numero 22 del settimanale "Visto" (N. 22 30 maggio 2008), già in edicola da venerdì 23 maggio 2008, è pubblicato su 4 pagine un interessantissimo articolo sulle apparizioni di Ghiaie di Bonate, del giornalista Giuseppe Purcaro, intitolato "La Madonna qui ha fatto più miracoli che a Fatima".

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Testo dell'articolo

Il 13 maggio scorso, anniversario della prima apparizione, qui, a Ghiaie di Bonate di Sopra, sono arrivati in migliaia, soprattutto dal Nord Italia, per recitare rosari, pregare e chiedere grazie e guarigioni. Ghiaie è una frazione di un paese bergamasco costruita sul terreno ghiaioso del fiume Brembo. Era il 1944 e il 13 maggio (l’apparizione di Fatima è del 13 maggio 1917) Adelaide Roncalli, una bimba di sette anni che frequentava la prima elementare, ha raccontato di aver visto la Madonna per la prima volta. Antonietta Chiesa, 79 anni, e suo marito Francesco Roncalli (lontano parente di papa Roncalli, Giovanni XXIII), 81, cugino della veggente, hanno ricordi precisi di quei prodigi. Abitano nella casa che fu di Adelaide Roncalli. «Mia sorella Nunziata, madrina della veggente», racconta Francesco, «disse ad Adelaide e ad altre bambine di andare a raccogliere dei fiori per ornare un quadretto della Madonna che ancora conserviamo in casa. Adelaide cercò allora di raccogliere dei fiori di sambuco. Ma rimase lì imbambolata senza più muoversi. Aveva visto un puntino giallo scendere dal cielo. Era la Madonna con in braccio Gesù bambino e alla sua sinistra c’era San Giuseppe. La Madonna le disse di non scappare, di essere buona, ubbidiente e sincera e le chiese di tornare in quel luogo altre nove volte, sempre alla stessa ora». A questa seguirono altre apparizioni: 13 in tutto, fino alla fine di maggio. E ogni volta aumentava il numero di persone presenti sul posto, divennero centinaia di migliaia.
Oggi tanti devoti sperano che per la Madonna delle Ghiaie la Chiesa riveda il giudizio sospensivo dato sessant’anni fa, nel 1948, autorizzandone finalmente il culto e riconoscendone il carattere soprannaturale. Si sa che i tempi della Chiesa possono essere lunghi, è appena successo a Notre-Dame de Laus, in Francia: il vescovo locale ha riconosciuto la verità di un’apparizione della Madonna di 350 anni fa!
Il caso bergamasco è tornato in queste settimane alla ribalta anche grazie a Ghiaie, il film-verità che il 23 maggio uscirà nei cinema di tutta Italia. Prodotto dalla fondazione missionaria cattolica sanremese Sainte Croix, e girato in tre mesi con attori non professionisti, il film è stato recapitato anche alla segreteria di Papa Ratzinger.
Adelaide Roncalli, la veggente, oggi ha 71 anni e vive a Milano, lontana dai riflettori, in attesa che la Chiesa riconosca le apparizioni. «Ma Ghiaie è destinata a diventare, per l’attualità dei messaggi sulla difesa della famiglia, ancor più importante di Lourdes e Fatima», sostiene Fabio Corsaro, presidente della fondazione, «perchè alla veggente non apparve solo la Madonna, ma anche San Giuseppe e Gesù bambino. Ed è l’unica apparizione in cui la Madonna si china per baciare la veggente».

Ghiaie è luogo di culto mariano e scenario di miracoli, perché la Chiesa stessa, nonostante il giudizio sospensivo, ha sempre ammesso l’esistenza di «guarigioni non ordinarie». Trecento furono segnalate nel 1944. Donne, uomini, bambini, giovani e anziani. Racconta Rita Arzuffi, 68 anni, di Levate vicino a Bergamo: «Eravamo nel 1944, in piena guerra. Avevo quattro anni, ma ancora non camminavo a causa del rachitismo. Mia mamma andò alle Ghiaie e vide che la gente prendeva la terra dove la veggente cadeva in estasi. Ne raccolse anche lei un bel po’ e la mise in un fazzoletto. Tornata a casa divise la terra in due sacchetti e, con dei pezzi di stoffa, fasciò le mie gambette appoggiando all’interno i due sacchetti di terra. Il quarto giorno della novena, al mattino, la mamma mi mise seduta sul mio lettino e, togliendo le bende, si accorse che le mie gambette erano dritte. In quell’istante riuscii a reggermi in piedi. Da allora non ho più sofferto».
Anche per Ettore Bonaldi, sacerdote salesiano di Schilpario in provincia di Bergamo, scomparso nel 2002 si parla di guarigione straordinaria. «Mio zio», racconta il nipote Adalberto, «fu ricoverato il 26 aprile 1966 all’ospedale Sacco di Milano per una piastrinopenia gravissima, ben presto degenerata in leucemia. La caposala del reparto era proprio la veggente, Adelaide Roncalli. Recitavano sempre il rosario e poi lei portò mio zio a Ghiaie, e lì pregarono insieme. Il 18 luglio del 1966 fu dimesso: agli esami successivi il male era scomparso».
Lorenzo Pedrali, 59 anni, è giunto a piedi da Bergamo per ringraziare la Madonna. Mostra due tutori per le caviglie che non usa più. Nel 1998 gli avevano diagnosticato una necrosi della testa del femore destro, una cirrosi epatica e una malattia alla vista. Ora ha portato alla cappella due referti degli ospedali Riuniti di Bergamo, datati maggio e aprile 2008, in cui risulta guarito da tutto. «Mi ero preparato a morire», racconta. «In questi anni ho tanto pregato. In sogno mi è apparsa la Madonna che mi toglieva le fasce dalle gambe. E oggi sono qui per ringraziarla».
Maurizio Fante, 41 anni, di Costa Masnaga, in provincia di Lecco, ha avuto una visione mentre era in auto, al rientro da una visita in ospedale al padre ricoverato in rianimazione. «Il 17 dicembre 2005», racconta, «mio padre era ricoverato in gravi condizioni, con l’intestino perforato: gli avevano dato tre giorni di vita. Il pomeriggio ero stato a pregare a Ghiaie, dove mi ero confessato e comunicato. Mentre guidavo ho avuto la visione della Madonna. Quattro mesi dopo, mio padre usciva dall’ospedale. Guarito».

Ma perché la chiusura da parte della chiesa locale? «Dicono che sia colpa della bambina, che ritrattò un anno dopo», spiega Alberto Lombardoni, 61 anni, lo storico bergamasco che grazie a un’instancabile ricerca, iniziata nel 1998 («dopo una chiamata ricevuta a Medjugorie», dice) ha fatto scoppiare il caso, pubblicando documenti scottanti su Internet (http://www.madonnadelleghiaie.it). «Ma non avvenne così. Quella ritrattazione fu estorta dal prete inquisitore, don Luigi Cortesi, che negava le apparizioni: una figura simile al famoso padre Péré che osteggiò Bernadette. Quel sacerdote arrivò a condizionare l’operato della Commissione teologica e, in ultima analisi, il decreto vescovile del 1948».
Alla cappelletta ora c’è chi guarda verso il sole, perché a Ghiaie, più che a Fatima, si manifestarono i cosiddetti «fenomeni solari». E non una sola volta. I testimoni parlano del sole che si muove nel cielo e pulsa. I pellegrini più intraprendenti portano macchine fotografiche e telecamere.
Tra i devoti che si soffermano a pregare e a recitare rosari ci sono anche molti religiosi. Da quest’anno il parroco di Ghiaie dice la Messa sotto la cappella, con don Battista Cadei, sacerdote della Curia, specialista in sette religiose.
«La Chiesa non ha mai condannato Ghiaie», fa notare il mariologo di Radio Maria, padre Angelo Tentori, «ma solo sospeso il giudizio in attesa di elementi ulteriori. Che in questi decenni ci sono stati». A cominciare dall’affermazione messa per iscritto dalla veggente nel febbraio del 1989 presso un notaio di Milano, in cui riaffermò di avere visto la Madonna. «E non dimentichiamo il biglietto che la piccola scrisse nel luglio del 1946, assistita dalle suore e dal parroco di Ghiaie, in cui riaffermò la veridicità di quanto visto due anni prima e poi negato a causa delle vessazioni subite», ricorda Lombardoni, che ha pubblicato gli atti del processo.
La Madonna di Ghiaie negli anni è stata invocata da centinaia di migliaia di devoti, che hanno scritto lettere ai vescovi per far riconoscere le apparizioni della «Fatima d’Italia».
E oggi arriva il film: «Faremo di Ghiaie una terra di missione», dice Corsaro, «per riportare la parola di Dio tra gli italiani». E c’è chi pensa anche di aprire un centro per accogliere i pellegrini. «Questo deve diventare un grande santuario mariano al pari di Lourdes e Fatima. Dopo decenni di stasi, la Chiesa potrebbe riaprire il processo».
Corsaro non ha dubbi in merito: «Verranno divulgati i messaggi inviati dalla Madonna ad Adelaide Roncalli, che parlano di difesa della vita e di santità del matrimonio, che se fossero stati seguiti, avrebbero forse fatto riflettere anche chi in Italia ha introdotto le leggi sul divorzio e sull’aborto».
Giuseppe Purcaro



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Allegato   Data inserimento:  25/05/2008